Presentazione di E. Fachinelli ‘Esercizi di psicoanalisi’.

Intervento sulla raccolta di saggi ‘Esercizi di Psicoanalisi’ di E. Fachinelli (Feltrinelli). Roma, 18 novembre 2022.

Questo ultimo libro postumo di Elvio Fachinelli, “Esercizi di psicoanalisi”, forse perché si compone di una raccolta di frammenti che in alcuni casi sono semplici appunti, mostra quasi in tempo reale il pensiero di un intellettuale al lavoro e questo lo rende molto prezioso. Nel testo troviamo, esplicitati o meno, i grandi temi cari a Fachinelli. Come quello del corpo, per il quale egli ipotizza una propria lingua e non si arrende alla sua riduzione a corpo significante, dunque al linguaggio. Ciò emerge molto chiaramente nella (già conosciuta) conversazione con Lacan, a cui Fachinelli pone proprio la questione del corpo, del gesto (in questo caso il gesto napoletano che Sraffa aveva posto a Wittgenstein), di una possibile altra lingua del corpo. Fachinelli è deluso quando Lacan gli risponde da…Lacan, riportando il discorso sul linguaggio e sul corpo in quanto attraversato dal fantasma. Tuttavia, enunciando il famoso “non c’è rapporto sessuale”, che implica una struttura (fallica), egli allude a un oltre-struttura, quel Reale con cui è già alle prese e per il quale il linguaggio è un’arma spuntata. C’è una differenza tra la lettera in quanto significante e la lettera in quanto marchio a fuoco sul corpo, ossia godimento. E’ curioso come Fachinelli, che in questo forse più che in altri testi, ingaggia un confronto polemico con i suoi maestri, Freud e Lacan (di più), sembri non voler tenere in considerazione lo sviluppo più tardivo del pensiero lacaniano per il quale non solo il linguaggio non è in grado di significare tutto ma è esso stesso godimento. Eppure i due sono più vicini di quanto possa apparire, elemento che emerge anche in altri testi. La dimensione estatica, che in questo libro è presente come orizzonte a cui guardare, è in fondo una declinazione del godimento femminile e del territorio del femminile per come Lacan lo concepisce. Anche se, a questo territorio Lacan si avvicina con decisione ma con altrettanto sospetto, riservando alle mistiche il privilegio dell’estasi e lasciando sospeso il tema del femminile per concentrarsi sul corpo a corpo con il Reale e sulla clinica della singolarità. Invece, l’indicazione di Fachinelli è quella di avventurarsi nella “terra di nessuno” accogliendo ciò che arriva, come, in un frammento di La mente estatica, lui stesso accoglie le onde sul bagnasciuga della spiaggia di S. Lorenzo. C’è qualcosa di derridiano in questo, anche la polemica di Fachinelli verso il logocentrico Lacan somiglia a quella rivolta sempre a Lacan da Derrida in Il fattore della verità, per il quale il testo lacaniano (La lettera rubata) sarebbe viziato dal suo fallogocentrismo che evita e occlude l’accesso al femminile. Come Fachinelli anche Derrida sembra (voler?) ignorare la straordinaria rivoluzione del pensiero lacaniano che culmina nel Seminario XX.

C’è un “quinto privilegio dell’inconscio” per Fachinelli, qualcosa di talmente scottante da cui persino Freud si “ritira prudentemente”, un’altra “terra promessa (immaginiamo, oltre a quella del femminile)” individuata e poi abbandonata. E’ il rapporto diretto tra inconscio e corpo, quella cosiddetta “psicosomatica” che, una volta introdotta, ha ulteriormente suddiviso i saperi anziché aprire un nuovo ambito psicoanalitico e forse non solo.

Anche in questo testo Fachinelli è l’intellettuale geniale e scomodo, capace di scoccare il “tiro di cerbottana” della psicoanalisi per arrivare ai nuclei spinosi o negletti: il rapporto della psicoanalisi con l’istituzione che si arrocca in se stessa e tradisce l’aspetto eversivo dell’eredità freudiana chiedendo affiliazione anziché partecipazione; la curiosità e il sospetto verso i gruppi di cui pure era sperimentatore, sempre pronti a lasciar emergere l’aspetto autoritario (fascista) insito nell’essere umano; la tendenza alla chiusura ripetitiva, “grottesca”[1]della vita dei soggetti e dei gruppi a fronte del coraggio dell’apertura (estatica).

Fachinelli non si accontenta, come i suoi maestri non ci lascia tranquilli, pone domande anziché formulare risposte pacificanti. Questa è la sua eredità, per chi vuole raccoglierla.

Note:

 

[1] E. Fachinelli, Grottesche, Italo Svevo, 2019.

Data:

14/12/2022

Alcune informazioni sull'autore:

Cristiana Cimino, psichiatra e psicoanalista di formazione freudiana e lacaniana; pratica a Roma; è membro associato della Società Psicoanalitica Italiana (IPA); è membro dell’Istituto Elvio Fachinelli (Roma); è stata co-editor dell’European Journal of Psychoanalysis; è co-editor della rivista Vestigia; ha collaborato con l’Istituto di Studi Filosofici di Napoli-Roma. Ha pubblicato molti testi su giornali specializzati in varie lingue. E’ autrice di Il discorso amoroso. Dall’amore della madre al godimento femminile (Manifestolibri 2015) e di Tra la vita e la morte. La psicoanalisi scomoda (Manifestolibri, 2020) [cristianacimino@yahoo.com].

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