CHANTAL TALAGRAND MAJOR (1952 – Venezia 2022)
Chantal Talagrand è stata una psicoanalista ed è stata membro della International Society for the History of Psychiatry and Psychoanalysis (SIHPP) fino al 2015. Ha condotto, nell’ambito dell’Istituto di Studi Avanzati in Psicoanalisi, un seminario sul rapporto tra psicoanalisi, criminologia e diritto. È stata redattrice di Cahiers Confrontation e della rivista Contretemps, nonché direttrice della sezione “Psicoanalisi” del Dictionnaire universel des Créatrices (Des femmes, 2013). Autore di numerosi articoli pubblicati in Francia e all’estero nelle riviste Confrontation, Études freudiennes, Filigrane, Intersignes, Lignes, Psychoanalyse à l’Université, Textuel e Traverses. Ha anche contribuito a diverse opere collettive, tra cui George Sand. Jenseits des Identischen (Aisthesis, 2000); Depuis Lacan (Aubier, 2000); Estates General of Psychoanalysis (Aubier, 2000) e Derrida – Pour les temps à venir (Stock, 2007). È co-autrice, con René Major, della biografia Freud (Gallimard, 2006) e ha pubblicato nel 2018 Mémoires d’oubli. Restif & Casanova 1789-1798 (Furore).
Anne Bourgain, Psicoanalisi in lutto
“Dimenticare la morte sarebbe davvero ricordare la morte? L’unico ricordo commisurato alla morte sarebbe l’oblio? L’impossibile da dimenticare. Ogni volta che dimentichi, è la morte che ricordi dimenticando.”
Chantal Talagrand avrà più di una volta citato queste parole di Blanchot di cui aveva colto l’immenso significato più di chiunque altro. In scritti di raro rigore, avrà mostrato le incredibili deviazioni del linguaggio, i percorsi sottili dell’inconscio, l’incredibile potere dell’ossimoro in particolare, questa apparente opposizione che aveva individuato come “al centro del punto più sfuggente del sogno”.
Tutto il suo lavoro ha reso omaggio alla lingua, poiché la sua finezza e la sua cultura vertiginosa andavano ben oltre la sfera psicoanalitica, in un’apertura ad altri campi del sapere e in un’estrema vigilanza alla politica. Chantal Talagrand non ha mai avuto alcuna attrazione per la facilità e sembra aver dedicato tutta la sua vita solo a soggetti complessi.
Si era imbarcata negli anni ’70 nell’avventura Confrontation, un bellissimo tentativo di decostruire la cosiddetta istituzione psicoanalitica, nelle parole di Derrida, che poi aveva sempre creato con René Major i Cahiers con lo stesso nome. Più tardi, nello stesso movimento, avrebbe diretto la rivista Contretemps.
Nel 2006, Chantal aveva scritto con René Major su richiesta di Gallimard una biografia di Freud tanto politica quanto analitica. Un grande momento.
Poco dopo, entrambi avrebbero incarnato Lou Andréas-Salomé e Freud in un gustoso dialogo che sarà ambientato nello spazio da Nicolas Saelens, direttore della Compagnia Le théâtre inutile à Amiens.
Nel 2013, Chantal Talagrand ha partecipato al dizionario universale delle donne creatrici, accettando il pesante compito di dirigere la sezione di psicoanalisi. Anche questo non è stato un compito facile. Fu l’occasione per far uscire dall’ombra alcune figure importanti dimenticate come Alessandra Tomasi di Lampedusa, una delle prime donne psicoanaliste in Sicilia o Luciana Nissim Momigliano, deportata ad Auchwitz con Primo Levi.
Più recentemente, in Mémoires d’oubli, pubblicato nel 2018, riunirà Parigi e Venezia Restif de la Bretonne e Casanova de Seingalt, da un corpus molto consistente – inserito in questa corrispondenza fittizia – corpus a cui vanno aggiunte più di 1200 note ancora inedite. Una straordinaria opera d’archivio contemporaneamente a un inno alla libertà d’animo con questa massima che sembrava averla conquistata: “Ragiona sempre di conseguenza e lascia ridere la gente”.
Esperta nell’approccio derridiano, fino alla fine sarà stata in grado di discernere il pensiero della traccia e la sua cancellazione, e naturalmente contrastare le forme sempre nuove assunte dalla censura.
Non possiamo che regalare qui alcuni frammenti di un’opera importante, tutto sommato poco conosciuta a chi non avrebbe prestato sufficiente attenzione ai passaggi spesso troppo furtivi di questa silhouette: elegante sotto tutti gli aspetti, discreta oltre che inevitabile, dotata di una grazia non solo fisica, avrà segnato chi ha avuto il tempo di incontrarla.
Ora, c’è certamente una stella che manca nel cielo analitico, ma se guardiamo più da vicino, se strizziamo gli occhi, potremmo essere in grado di vedere – ricordando che vediamo bene solo con il cuore – che un puntino può ancora illuminare la nostra notte. Questa è la nostra occasione. Grazie Chantal.
Laurent Caillard, CHANTAL TALAGRAND MAJOR (1952-2022)
Ci siamo incontrati più di 30 anni fa… Per preparare un numero della rivista di psichiatriaNervure che aveva per tema «La psicoanalisi e la giustizia», con contributi di Joyce Mac Dougall, Jean Bergeret, Claude Balier, e molti altri… la prefazione era di René Major.
Da quel momento in poi cominciò una splendida collaborazione. Con una gran varietà di“doni” da lei elargiti.
La sua preziosa amicizia, insieme all’indulgente fiducia di René Major nei miei confronti, mi farà decidere a impegnarmi nell’Institut des hautes études psychanalytiques (IHEP) allo scopo di ideare dei seminari e dei convegni che saranno effettivamente avviati (quello sulla fabbrica dei delinquenti, etc…). Il suo rigoroso ed esigente ecumenismo ha permesso di evitare un certo pensiero psicoanalitico ufficiale, per non dire “prefettizio”.
Chantal Talagrand nella sua veste di psicoanalista pubblicherà nel 2006 con René Major il libro Freud da Gallimard. Un libro essenziale, tradotto in molte lingue.
Chantal Talagrand come scrittrice pubblicherà Le dictionnaire universel des créatrices(2013), un dizionario enciclopedico che raccoglie le biografie di donne creative conosciute, ma anche misconosciute, che abbiano apportato un contributo significativo all’arte, alla cultura, alla scienza, alla letteratura e alla psicoanalisi. Chantal ne era responsabile per la parte concernente le psicoanaliste. Nella quale avrà l’amabilità di inserire per amicizia anche il nome di mia madre…
Sempre in qualità di scrittrice, nel 2018 pubblica Mémoires d’oubli – Rétif et Casanova 1789-1798. Si sentiva molto legata a questo tipo di scrittura, con uno stile che tanto le assomiglia,con quella singolare distinzione e preziosa raffinatezza. Mi affidava qualcuna delle ricerche da fare. Mi mandava alcune sue pagine. Contattammo perfino insieme uno dei discendenti di Casanova…
E poi ci sarà soprattutto l’Amica, col suo nome totemico di Che!
E qui non posso allora impedirmi di rivolgermi a te come alla cara Che! Il gusto per i cigarillos cubani, i Cohiba, che condividevi con René Major… e il tuo perenne spirito ribelle dai forti accenti libertari, come nell’ostilità che provavi per la “trasparenza” e qualsiasi altro panotticismo sociale… Il tuo impegno arrivava a mettere in questione la responsabilità della psicoanalisi nella sua pratica quotidiana, nella sua dimensione politica.
Questa cosa poteva avvenire in luoghi legati in qualche modo al privilegio e all’estetica… per esempio da voi, con quella incredibile ospitalità, generosa e discreta a un tempo e attenta a che tutti gli ospiti non mancassero di nulla. Da lì, probabilmente, il tuo gusto per l’ossimoro…Poteva accadere di essere serviti in «guanti color burro fresco» ma col pugno chiuso levato… Del resto eri tu ad aver pubblicato De la métaphore à l’oxymore / D’une trace à l’autre (2005).
Ho nella mente e nel cuore la tua bellezza “luminosa” e quello spirito così raro… la tua indimenticabile presenza… Con quel magnifico sguardo color pervinca che si accompagnava ad un ascolto talmente attento che chiunque con te si preoccupava di dire la cosa giusta.
Un’evidente capacità transferenziale, una via di mezzo tra l’ospitalità vera e propria e il«prendersi cura degli altri», l’accoglienza dell’altro… tra Derrida e Lévinas.
Tra René e Chantal…
Il vuoto… La perdita… E adesso che provo questa paura della mancanza… … della sua mancanza… di questa sorella dell’esistenza… Allora penso anche a lei, René Major… A quanto Chantal la abbia amato… e la amerà per sempre, trovando riposo in lei, René. Vera Agape nella quale voi due vi ritrovate…
E per te, Thibaud:
Elle est retrouvée.
Quoi? – L’Eternité.
C’est la «mère» allée
Avec le soleil.
È ritrovata.
Cosa? – L’Eternità.
È la «madre» che è andata
Via con il sole.
Sempé.
Manuel Perez
Chantal n’est pas un simple roman mais bien une aventure à venir.
Un quelque chose qui sans retenue indique dans ses contours ce qu’elle a comme secret à
partager.
Silencieuse dans un contretemps qui la dessine assez bien par un timbre suave qui jamais ne
se défilait
… face aux atonalités de certains arguments.
parfois l’accord parfait attendait – mais pas son amitié.
Parlant peu, elle aimait cependant échanger.
Si futur-présent-passé s’entremêlent, c’est pour rappeler qu’elle les fréquentait sans
jugement, sans a priori.
Entre vie-mort, ça commencera toujours ainsi.
entre vie-mort, ça finit comme ça a commencé – ça ne finit jamais.
Discrète et attentive au moindre effet de mots de l’actualité – si ça hésitait, elle attendait
d’un sourire qui, déjà ancré, ne cesse d’être dans les parages.
Ces yeux… oui les siens malicieux –
comment l’oublier ?
Qu’est-ce qu’oublier ?
Chantal, une suspension, n’aimait et n’aime toujours pas la condescendance à jamais, Orage
d’acier, ne lâchera pas – portée par le souffle d’un matin, assise, elle écrit… la rencontre
Jusqu’au dernier souffle la vie de partout en elle imagine dessine,
sachant que rien n’est perdu – respiration/
La porte hésitante.
sans veine
Ça quitte…
Telle Marguerite une autre fleur s’en allant rejoindre les limbes de la pensée, celle qui nous
échappe ici – sauf le nom —
Ça quitte
C’est là
Adieu
Manuel.
Danielle Cohen-Levinas – Poesia a Chantal
L’avvenire avverrà
Un angelo passò sopra la bocca a lutto
L’inchiostro rigava il suo volto
E scorreva goccia a goccia sul corpo dormiente.
L’angelo raccolse l’inchiostro
Poi la penna
Posata la penna sulla scorza addormentata
Disse:
Non si parla quando è assente colui il cui nome è scritto nei cieli
Il tracciato delle lettere è l’altro nome che dice la voce di una presenza in andata
La scrittura è cavalcare
Il nome è qui
Si tiene sul bordo
Della bocca a lutto
“Tu” è il nome di una donna che mi commuove ricordare e traversa lo spazio della testimonianza.
Mi sovviene la frase di Proust e rinserra il tempo della prova:
“Vorremo ch’egli ci dia delle risposte, quando tutto quello che lui può fare è darci dei desideri.”
Un desiderio ritrovato?
Un singhiozzo che ti fa appello?
Un’onda passa,
Tu l’ascolti
Un sorriso prega,
Tu lo consoli
Un dolore si consuma,
Ti prosterni
Un uomo piange,
Lo accarezzi
La dolcezza di ciò che non passa
La rugosità di una poesia che trabocca dalla pagina
L’immobilità dell’origine alla ricerca di istantanee
La grazia di una silhouette canta il nome di Venezia
Un pudore incluso nella mano di Tintoretto
Un autoritratto bello e mutacico come la vita che viene spirando
La città incantata
“E”, diceva la voce.
“E”, rispondeva l’eco
Lei è in andata. Che cosa? Chiede l’angelo.
La bellezza.
La ronda delle sillabe per sempre abbracciate.
Danielle Cohen-Levinas,
Parigi, 20 agosto 2022.
Data:
06/10/2022